La Commissione europea ha avviato una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia invitandola a conformarsi alla direttiva sulla plastica monouso e alle norme procedurali dell’Unione europea sulla trasparenza nel mercato interno.

Ciò che viene contestato all’Italia è di non aver recepito completamente e correttamente la direttiva sulla plastica monouso (direttiva (UE) 2019/904) e per aver violato gli obblighi previsti dalla direttiva sulla trasparenza del mercato unico (direttiva (UE) 2015/1535).

La direttiva del 2019 ha come obiettivo la prevenzione e la riduzione dell’impatto di alcuni prodotti di plastica sull’ambiente e sulla salute umana, e risulta strategica per la promozione della transizione verso un’economia circolare.
Il nostro Paese non è riuscito a recepire correttamente alcune delle disposizioni della “direttiva sulla riduzione dell'impatto di alcuni prodotti di plastica sull'ambiente” all’interno del diritto nazionale influenzandone la portata e l’applicazione. La lettera inviata all’Italia richiama anche la Direttiva del 2015 sulla trasparenza del mercato unico che mira a prevenire la creazione di ostacoli nel mercato interno. E’ stato stabilito, infatti, che gli Stati membri devono notificare alla Commissione tutti i progetti di regole tecniche riguardanti i prodotti prima che vengano adottati nel diritto nazionale rispettando un periodo di sospensione di tre mesi tra la notifica del progetto e la sua adozione (il cosiddetto standstill). L’Italia, invece, ha adottato “la legislazione che recepisce la direttiva sulla plastica monouso durante il periodo di standstill mentre il dialogo con la Commissione era ancora in corso”.

A seguito della lettera di costituzione in mora l’Italia ha due mesi per rispondere e in caso di risposta insoddisfacente la Commissione può decidere di emettere un parere motivato